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Risorse culturali e naturali

La Calabria evidenzia un rilevante patrimonio ambientale e culturale.

Le aree protette istituite in Calabria occupano una superficie di circa 283.000 ettari, pari a circa il 18% dell’intero territorio regionale ed a circa il 9% di quella protetta presente sull’intero territorio nazionale. Le maggiori estensioni di aree protette interessano i Parchi Nazionali del Pollino, della Sila e dell’Aspromonte e il Parco Naturale Regionale delle Serre. A questi vanno aggiunti i 179 SIC (Siti di Importanza Comunitaria) e le 6 ZPS (Zone di Protezione Speciale), individuate nella realizzazione del Progetto Bioitaly e approvate dalla Commissione Europea. In seguito agli studi effettuati per il Progetto Bioitaly sono stati, inoltre, individuati sul territorio regionale 20 Siti di Interesse Nazionale (SIN) e 7 Siti di Interesse Regionale (SIR).

Consistenti sono le risorse architettoniche (civili, religiose e militari) e centri storici di particolare pregio. Complessivamente si contano oltre 1500 edifici di interesse architettonico, a cui occorre aggiungere il complesso delle oltre 130 torri litoranee, 45 centri storici di pregio, diffusi nel territorio, anche se maggiormente concentrati nelle aree della Locride e del Poro-Serre. Significativo è anche il patrimonio costituito dal sistema dei castelli e delle fortificazioni costiere (Crotone-Sibari, Area dello Stretto), dalle aree di archeologia industriale (le ferriere della Calabria, le filande, la produzione del tabacco, etc.), dalle reti e dai caselli ferroviari dismessi nelle aree interne e dal sistema delle case cantoniere.

Il patrimonio culturale regionale si arricchisce della presenza di alcune aree dove sono presenti minoranze etniche (albanesi, grecaniche e occitani) che hanno conservato nel tempo tratti importanti delle culture di provenienza (lingua, arte, religione, tradizioni, etc.).

Degna di nota è anche l’esistenza di attività artigianali di antica tradizione legate al restauro di edifici storici, alla produzione di liuteristica (strumenti colti come la chitarra classica o barocca/battente e strumenti tradizionali come la lira e la zampogna) e alla produzione di oggetti della cultura contadina e pastorale (importante in Calabria è la tradizione ceramista con rilevanti esempi a Squillace e Seminara; pregevole quanto sconosciuta l’arte dell’intaglio pastorale, della quale i musei della cultura contadina di Palmi e Rende custodiscono numerosi esempi pregevoli).

Il sistema delle risorse culturali calabresi si caratterizza soprattutto per la prevalenza di siti a carattere archeologico-monumentale, prevalentemente di proprietà statale e per una più ampia offerta di siti non statali (72 unità di I livello e 57 di II livello), a prevalente carattere artistico ed etnografico-antropologico, con forte rilievo per le comunità locali. Altra caratterizzazione dei luoghi della cultura calabresi è quella di essere in gran parte diffusi sul territorio, anche fuori dai centri urbani.

Il contenitore culturale che spicca per livello di fruizione è il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, che da solo concentra il 45% dei visitatori (e quasi il 70% dei paganti) dell’insieme dei musei. In Calabria la dotazione di sedi museali è costituita da 41 musei di proprietà privata: 14 musei di proprietà statale, 28 musei di proprietà ecclesiastica, 5 musei provinciali, 79 musei di proprietà comunale. In generale, l’offerta museale regionale, a parte le realtà di importanza e competenza nazionale, è caratterizzata da una miriade di strutture e da una grande differenziazione relativamente al valore delle raccolte ed all’organizzazione dei musei.

Per quanto riguarda biblioteche ed archivi, sono circa 100 le principali biblioteche operanti nelle varie province calabresi, messe in rete attraverso il loro collegamento con il Sistema Bibliotecario Nazionale (SBN).

Il sistema regionale delle attività teatrali e musicali presenta un’offerta scarsa e poco diffusa sul territorio, nonché una bassa affluenza del pubblico. I dati per la Calabria, mostrano che ogni 100 abitanti si vendono meno di 20 biglietti per attività di questo tipo, mentre nel Mezzogiorno si arriva quasi a 30 e in Italia a 52,7.

La Calabria è prima di tutto meta turistica balneare per l’80% del totale presenze. Al contrario di quanto accade in altre regioni nazioni ed estere, il patrimonio naturale e culturale regionale è ancora poco valorizzato in chiave turistica. I visitatori in Calabria nel 2017 sono stati 489.202 con un decremento dell’1,82%, contro un aumento del 10,7% a livello nazionale. Eppure esistono notevoli potenzialità di crescita: al Museo di Reggio ci sono stati 216.000 visitatori, al museo archeologico della Sibaritide 12.105 e al Parco archeologico della Sibaritide 7.462. Nel settore del turismo e della valorizzazione di centri storici è da segnalare l’esperienza positiva di Belmonte, sul Tirreno in provincia di Cosenza, dove sono state ristrutturate autonomamente case da alcuni proprietari ed è stato creato un paese albergo che riesce ad attrarre turisti anche nella bassa stagione. Così come stanno avendo un notevole incremento soprattutto le aree intorno all’aeroporto di Lamezia, come quella di Tropea-Vibo, meta di molti turisti stranieri e non solo italiani. Casi di successo anche in comuni del Parco del Pollino come Civita, dove negli ultimi anni hanno aperto vari B&B e ristoranti tipici.


Produzioni enogastronomiche tipiche

Il New York Times ha inserito la Calabria tra le 50 mete del 2017, con motivazioni prettamente enogastronomiche. Da questo punto di vista a Calabria evidenzia un patrimonio molto ricco, che comprende diverse categorie merceologiche, dall’ortofrutta alla pasticceria, dai formaggi ai salumi, dai vegetali ai vini ed altre bevande. Il paniere tipico calabrese si compone di oltre 200 prodotti tradizionali, 9 prodotti Dop e 1 Igp, 12 produzioni Doc e 14 prodotti Igt.

Numerosi, in particolare, sono i prodotti “tradizionali” nel comparto dei vegetali (freschi e trasformati), dei formaggi, delle paste fresche e dei prodotti di panetteria. Le produzioni tipiche regionali si concentrano prevalentemente nel settore dei vegetali freschi e trasformati (70 prodotti), seguito dai settori della pasticceria e dei prodotti di panetteria (54 prodotti) e dei formaggi (29 prodotti). I settori delle carni preparate e della preparazione di pesci contano rispettivamente 23 e 11 prodotti, seguiti dal comparto delle bevande, liquori e distillati (10 prodotti).

Da segnalare, inoltre, la produzione tradizionale di prodotti a base di pesci e molluschi: la Calabria è infatti la seconda regione italiana (dopo il Veneto) con il numero maggiore di prodotti in tale comparto. Nel caso delle produzioni Dop, invece, i settori merceologici maggiormente coinvolti sono quello delle carni preparate e degli oli di oliva.

Nel comparto degli oli d’oliva, la Calabria presenta una storica tradizione di produzione e di consumo, risalente alla Magna Grecia, riconosciuta anche con marchi Dop (oli “Bruzio” e “Lametia”.

Anche nel settore dei salumi e dei formaggi, accanto alle produzioni riconosciute è possibile contare la presenza di altre e numerose specialità: la ’nduja di Spilinga, per i salumi; il Pecorino di Monte Poro, la Giuncata, il Canestrato Crotonese o i “butirri”, per i formaggi. I “butirri” sono formaggi a forma di pera allungata, con il cuore di burro, tradizionali delle province di Cosenza e Crotone. Oltre ai “butirri” sono presenti altre particolari specialità di formaggi, come il caciocavallo “podalico” dell’altopiano silano, o il “padaccio” e il “musulupu” della tradizione greco-albanese.

L’agrumicoltura e la fichicoltura sono altre due componenti importanti della produzione tradizionale calabrese. Al comparto agrumicolo appartengono diverse colture: il bergamotto della provincia di Reggio Calabria, il cedro dell’Alto Tirreno Cosentino e le clementine della Piana di Sibari e del Lametino. A queste produzioni più affermate sui mercati internazionali, bisogna aggiungere altre varietà tradizionali di agrumi, tra cui arance, mandarini, limoni. La produzione del bergamotto è molto pregiata ed è diffusa su tutta la costa meridionale della provincia di Reggio Calabria. Particolarmente richiesto sui mercati nazionali ed internazionali è il “Bergamotto di Calabria - Olio essenziale”, che ha ottenuto il marchio Dop. Anche le “Clementine di Calabria” hanno ottenuto il riconoscimento comunitario, con il marchio Igp. La produzione si concentra prevalentemente sulla fascia jonica calabrese, in particolare nella Piana di Sibari, dove la coltura di clementine occupa ben 12.000 ettari di terreno.

La produzione regionale di fichi interessa una superficie di oltre 2.000 ettari di terreno e rappresenta il 25% della produzione nazionale. Alcune varietà di fico sono state inserite nel gruppo dei prodotti tradizionali riconosciuti dal Mipaf. Le aree più vocate per la fichicoltura sono il Tirreno Cosentino e la fascia jonica reggina, dove la coltivazione si presenta più dinamica.

Il sistema tipico calabrese comprende, infine, una vasta produzione di vini Doc e Igt. In Calabria sono prodotti, complessivamente, 12 vini Doc e 13 vini Igt, corrispondenti circa al 6% dell’intera produzione nazionale Doc/Docg/Igt. La vitivinicoltura riguarda tutto il territorio regionale, ma in modo particolare l’area di Crotone e di Cosenza.

Per approfondimenti:
http://www.turiscalabria.it/

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