Il Portale della Regione Calabria per le imprese

Struttura produttiva

L’economia calabrese produce annualmente circa 29 mila milioni di euro di valore aggiunto e dipende in larga parte dal settore terziario, nel quale sono ricomprese tutte le attività della Pubblica Amministrazione, e in misura minore dall’industria e dal comparto agricolo.

Il sistema imprenditoriale calabrese conta circa 155mila imprese attive, pari al 7% dell’intero tessuto imprenditoriale del Mezzogiorno e all’1,8% di quello nazionale. Oltre un terzo delle aziende regionali è localizzato nella provincia di Cosenza, il 28% a Reggio Calabria ed il 18% a Catanzaro. Nel crotonese e nel vibonese ha sede complessivamente poco più del 17% delle imprese calabresi.

L’analisi per forma giuridica evidenzia un grado di strutturazione aziendale complessivamente non elevato. La forma prevalente è quella della ditta individuale che include i tre quarti delle imprese regionali; seguono le società di capitali (circa 12%) e le società di persone (10,0%). Tali valori descrivono una struttura del comparto non difforme da quella del Mezzogiorno, dove le ditte individuali rappresentano più dei due terzi delle aziende totali, e le società di capitali e le società di persone rispettivamente il 15,5% ed il 12%. A livello nazionale, le ditte individuali costituiscono poco più del 60% delle imprese attive, le società di persone coprono un quinto del sistema produttivo mentre le società di persone si attestano a circa il 16%.

Su base provinciale rispetto ai valori medi regionali, la ditta individuale copre quasi l’80% del sistema produttivo nelle province di Reggio Calabria, Crotone e Vibo Valentia, mentre la quota più elevata di società di capitali si rileva a Cosenza (quasi il 14%).

In Calabria il 60% delle imprese attive afferisce al settore terziario, mentre un’azienda su cinque opera nell’agricoltura o nell’industria.

A livello territoriale, il peso dei servizi è particolarmente accentuato nel catanzarese (circa 65%) e nel reggino (63%), mentre nella provincia di Crotone si riscontra il dato più elevato relativamente alla quota percentuale del comparto agricolo (circa il 30%).

Le principali criticità che condizionano il sistema economico calabrese attengono alla gracilità e alla polverizzazione delle unità produttive, che si riflettono negativamente sulla qualità e quantità degli investimenti e dei processi di crescita aziendale e sul livello di apertura internazionale. Il sistema produttivo regionale, accanto ad un deficit quantitativo, evidenzia un basso livello di produttività ascrivibile, come già accennato, alla sottodotazione del capitale aziendale, alla microdimensione e al basso livello di innovazione.

Tuttavia, in questi ultimi anni la Calabria ha visto un significativo aumento della nascita di imprese spin off e start up.

L’Università della Calabria, al fine di valorizzare brevetti e progetti di ricerca, ha promosso ben 34 spin off. A questi si aggiungono circa 200 start up innovative nella Regione, operanti prevalentemente nel settore della produzione software, nell’attività di informazione ed altri servizi, nella ricerca e sviluppo, nel commercio all’ingrosso e al dettaglio.

Le imprese start up e spin off sono nate soprattutto grazie alle politiche di sostegno promosse dalla Regione Calabria, attraverso il Progetto Calabriainnova. Ma sono diverse anche le nuove aziende che hanno ottenuto finanziamenti privati di venture capital o da parte di singoli investitori. Tende ad aumentare inoltre la propensione dei giovani calabresi ad esplorare la via imprenditoriale: le idee d’impresa che hanno partecipato alla Start Cup Calabria nelle ultime edizioni sono state oltre 250.


Specializzazioni produttive

La Calabria evidenzia anche alcuni importanti punti di eccellenza della mappa produzioni-territori.

Un primo punto è la Piana di Sibari. Nell’area si è consolidata negli anni una rete di piccole e medie imprese agricole e agroindustriali (oleifici, industrie di conservazione della frutta, di trasformazione agrumaria, di surgelati) integrate, innovative e fortemente orientate al mercato. Accanto a queste imprese si è venuto via via costituendo un nucleo di strutture cooperative di servizi alla produzione e alla promozione commerciale. Nella Piana è stato promosso un Distretto Agricolo di Qualità (DAQ), che comprende 32 comuni, con una popolazione di oltre 200 mila abitanti e una superficie complessiva di circa 184 mila ettari.

Da segnalare è poi la specializzazione metalmeccanica nelle province di Vibo e di Crotone. La prima genera ben l’87% del valore totale delle esportazioni provinciali e il 40% delle esportazioni totali della metalmeccanica regionale. Il sistema metalmeccanico vibonese si compone di circa 30 aziende nate dal processo di decentramento produttivo dell’impianto Nuovo Pignone. La maggior parte di queste imprese, di dimensioni medie di poco più di 20 dipendenti, produce prodotti meccanici per il settore petrolchimico, per committenti per lo più internazionali. Il settore metalmeccanico crotonese copre circa il 70% delle esportazioni provinciali e si concentra nella carpenteria metallica pesante e, in particolare, nella produzione di serbatoi e parti di centrali elettriche, destinata ai mercati arabi e asiatici. Le aziende metalmeccaniche crotonesi sono nate perlopiù come imprese dell’indotto delle due grandi industrie crotonesi, Pertusola e Montedison, che per molti decenni hanno dominato la scena economico-produttiva di Crotone.

Sul versante della capacità di attrazione turistica, di interesse è l’area di Zambrone-Tropea-Capo Vaticano nel vibonese fortemente vocata al turismo balneare, che vede annualmente una quota consistente di visitatori stranieri, pari a circa il 30% (un’incidenza doppia rispetto a quella regionale). Al pari della provincia di Vibo, nel territorio crotonese vi è un’importante area turistica compresa tra Isola Capo Rizzuto e Crotone incentrata sulle risorse naturali e archeologiche.


Mercato del lavoro

Il fattore lavoro riveste un ruolo preminente nella Calabria. La forza lavoro della regione è composta da 522 mila occupati e da 160 mila persone in cerca di occupazione, a cui si affiancano poco più di un milione di inattivi.

In rapporto al dato nazionale, emerge come in Calabria sia presente il 3,3% della popolazione italiana di età superiore ai 15 anni. Al di sotto di tale valore, si collocano i dati sulle forze di lavoro (2,7%) e sugli occupati (2,3%), mentre percentuali superiori si riscontrano nelle persone in cerca di occupazione (4,9%) e negli inattivi (3,8%).

Il tasso di occupazione si attesta, con riferimento alla popolazione in età lavorativa (15-64 anni), al 40% circa, un valore in linea con i dati delle altre regioni meridionali ma significativamente più contenuto di quello delle regioni centrosettentrionali.

Accanto a livelli di occupazione non elevati si ha una incidenza della disoccupazione intorno al 24%, circa il doppio del valore medio nazionale. Ancora più marcate sono le differenze comparativamente al dato nazionale se si fa riferimento alle donne o ai giovani.

Con riferimento alle differenze di genere, in Calabria il gap tra il tasso di disoccupazione femminile e quello maschile tende ad aumentare, in controtendenza con quanto si osserva nelle circoscrizioni del centro-nord.

Si evidenza in Calabria dunque una riserva significativa di forza lavoro, anche con livelli elevati di scolarizzazione, non utilizzata o sottoutilizzata.


Istruzione e formazione

L’istruzione rappresenta una componente fondamentale dello sviluppo socioeconomico delle persone e delle comunità, in quanto non solo ha un valore intrinseco ma influenza il benessere delle persone. La formazione e l’acquisizione di competenze aprono agli individui nuove opportunità di vita e lavorative altrimenti precluse. Numerosi gli studi che legano il livello di istruzione al reddito e all’occupazione: le persone con livello di istruzione più alto hanno generalmente un tenore di vita più elevato e hanno maggiori opportunità di trovare lavoro. Altri considerano l’istruzione in relazione allo stato di salute e all’esposizione al rischio: le persone più istruite vivono di più e meglio perché hanno stili di vita più salutari e hanno maggiori opportunità di trovare lavoro in ambienti meno rischiosi.

Negli ultimi anni emerge una lenta e lieve ripresa della Calabria in termini di istruzione e formazione, in particolare per quanto riguarda quella terziaria. In Calabria la percentuale di coloro che hanno conseguito un titolo universitario è pari al 23,7% e risulta superiore alla media italiana (23,2%) e molto vicina al valore del Nord (24%). Considerando i dati a livello provinciale (si osservano valori più elevati della media regionale (23,7%) per Cosenza (25,2%) e Catanzaro (25,1%), seguiti da Reggio Calabria (22,8%), Vibo Valentia (21,9%) e Crotone (19%).

Per approfondimenti:
http://www.cs.camcom.gov.it
http://www.kr.camcom.gov.it
http://www.vv.camcom.gov.it
http://www.cz.camcom.gov.it
http://www.rc.camcom.gov.it
http://www.uc-cal.camcom.gov.it
https://www.unindustriacalabria.it
https://www.confartigianato.it
https://www.regione.calabria.it/website/organizzazione/dipartimento7/
https://www.regione.calabria.it/website/organizzazione/dipartimento12/
http://calabriaeuropa.regione.calabria.it/website/view/page/75/index.html
https://osservatoriointernazionalizzazione.regione.calabria.it

 

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